Interview: SANDRO QUERCI - IL RAGAZZO DALLA MASCHERA DI FERRO al TEATRO PERSIO FLACCO

INCONTRIAMO IL REGISTA E INTERPRETE DI UN NUOVO MUSICAL TUTTO ITALIANO IN PRIMA NAZIONALE IL 5 NOVEMBRE A VOLTERRA

By: Sep. 27, 2022
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Interview: SANDRO QUERCI - IL RAGAZZO DALLA MASCHERA DI FERRO al TEATRO PERSIO FLACCO

Il 5 novembre 2022 in anteprima nazionale andrà in scena al Teatro Persio Flacco di Volterra una versione showcase/concerto di un nuovo musical tutto italiano Il ragazzo dalla maschera di ferro - il musical ispirato al celebre romanzo di Alexandre Dumas Il Visconte di Bragelone.

Incontriamo il regista di questo lavoro, Sandro Querci, artista a tutto tondo con al suo attivo 86 spettacoli teatrali, 34 regie, 3611 repliche, 7 film, 1 regia di cinema, 3 romanzi.

D. Buongiorno Sandro e grazie per concedere questa intervista ai lettori di Broadwayworld.com. Vi apprestate a mettere in scena, uno showcase versione concerto di un nuovo importante lavoro, Il ragazzo dalla maschera di ferro, ispirato alle vicende del Re di Francia Luigi XIV e del suo meno fortunato fratello gemello. Il libretto è stato curato da Claudio Crocetti e Brunella Platania: c'è ancora da dire su una storia già sfruttata in tanti film e sceneggiati?

R. Buongiorno e grazie a Voi.
E' vero, è una storia che è stata tanto sfruttata in cinema e sceneggiati tv, tuttavia quasi mai in Teatro. Anzi, posso certamente affermare che in forma di Musical con intero spettacolo in underscore, in Italia non è stata mai rappresentata, quindi si tratta di una vera novità.

D. Hai partecipato al processo creativo o sei stato chiamato alla direzione solamente a scrittura ultimata?

R. Sono stato chiamato successivamente al lavoro già completo di testi e musiche, il merito della creazione va agli autori. Tuttavia, essendo io stesso autore, mi sono permesso di suggerire delle piccole variazioni, ma non propriamente sull'opera, solo inquadrandola come messa in scena, e devo dire che in condivisione, sono state accolte.

Interview: SANDRO QUERCI - IL RAGAZZO DALLA MASCHERA DI FERRO al TEATRO PERSIO FLACCO

D. Dopo Georgie Il musical (vincitore di due Broadwayworld Italy Award), il maestro Tiziano Barbafiera torna a comporre le musiche di una storia complessa, intrigante. Le liriche invece sono affidate a Emiliano Palmieri, noto tra l'altro per gli adattamenti in italiano dei musical Kinky Boots e Sweeney Todd. Come definiresti le composizioni di questi due autori riuniti insieme per la prima volta per questo lavoro.

R. Tiziano Barbafiera lo conosco personalmente da quattro anni, sono entrato in contatto con lui da quando ho avuto la nomina di Direttore Artistico del Teatro Persio Flacco di Volterra. Abbiamo collaborato in varie occasioni, è un musicista totale, ma ciò che mi ha impressionato è stata la sua continua crescita, direi esponenziale ad esempio rispetto ad un'opera, già pregievolissima come Le mie mani, ispirata ad Edward mani di forbice.
Emiliano Palmieri non lo conoscevo personalmente, il suo operato sì. Mi è bastato leggere e cantare Fai buon viaggio figlio mio per capire l'eccellenza dello scritto contestualmente al dover cantare ed alla cifra stilistica dello spettacolo in questione.

D. Hai una notevole esperienza teatrale sia come interprete che come regista: c'è un particolare approccio con cui ti sei avvicinato a questa storia per la sua rappresentazione in palcoscenico? Qualche esperienza passata ti ha in qualche modo influenzato o aiutato?

R. Dunque, il mio approccio, che io lavori in musical, prosa, melologo, dramma, tragedia o commedia, si basa sempre su una forte ricerca dello stato d'animo degli attori. Intendo che a seconda del materiale umano, del commos, dell'emotività che riescono a trasmettermi, muovo di conseguenza la vicenda; ho dei punti fissi ma poi voglio creare insieme agli autori ed interpreti.Non mi ha aiutato alcuna esperienza artistica precedente, cerco sempre di partire "nudo" e rinnovarmi. Nondimeno esperienze di vita passata certamente mi hanno aiutato. Sono una persona che ha nella memoria il suo patrimonio, nella storia sia personale ed universale. Ad esempio, ho attinto dai miei dolori per interpretare Athos, così come voglio tirare fuori le corde del passato dai protagonisti per renderli ancora più presenti.

D. In questo show case sarai anche in scena appunto nel ruolo di Athos uno dei moschettieri. Pensi di mantenere questo ruolo anche nelle future rappresentazioni che tutti ci auguriamo seguiranno questa prima rappresentazione? Intendo chiederti: ti trovi meglio sul palcoscenico, seduto in platea a dirigere gli altri o nella combinazione di entrambi questi aspetti?

R. Senza dubbio nella combinazione dei due aspetti, sono comunque un uomo di palco e con gli anni ho imparato a gestire e a far bene combaciare le due cose; ho bisogno di stare in gruppo, di vivere la squadra anche in scena.

D. Parlaci del cast con cui stai lavorando a questo allestimento. Brunella Platania, Gipeto, Emiliano Geppetti, Roberto Colombo: tutti interpreti con una grande esperienza sul palcoscenico.

R. Indubbiamente le loro carriere parlano per loro, con una buona parte avevo già lavorato, sia come collega in scena e sia come Regista. La cosa più importante di questi artisti è l'umanità che hanno nella vita e l'umanità che riescono a mettere a servizio del personaggio, a volte le due cose non sono direttamente proporzionali.

D. E poi ci sono i gemelli Umberto e Daniele Vita: facile o difficile avere due veri gemelli interpretare il ruolo di due gemelli?

R. Beh direi una rarità, un privilegio avere due gemelli, due gocce d'acqua che poi sono performer completi.

D. Creare attenzione su un'opera nuova non è cosa facile soprattutto dopo la lunga sosta per la pandemia. Gli investimenti sono limitati e nella nuova stagione, in molti teatri, si punta molto su riprese di passate produzioni o traduzioni di musical anglosassoni già noti al grande pubblico. Come vedi il futuro del teatro musicale "italiano" in Italia?

R. Il futuro non bisogna vederlo, bisogna farlo. Certo, mettendo in campo le risorse delle quali uno dispone, tante o poche che siano, ma bisogna fare, se guardo al futuro avrei una risposta pessimista, quindi preferisco fare nel presente, il qui e ora.

D. C'è qualche altro aspetto di Il ragazzo dalla maschera di ferro di cui ci vuoi parlare prima di salutarci?

R. Il fatto di quanto mi sia reso conto strada facendo delle potenzialità del progetto, ogni giorno la mia Regia cresce, nascono idee e nuovi stimoli, spesso capita che arrivi o senti che sei arrivato al limite e quindi fissi i punti cardine dello spettacolo. In questo caso mi sa che i limiti dovrò impormeli, altrimenti rovino il produttore.

D. In bocca al lupo per questa prima e speriamo a presto nei migliori teatri di tutt'Italia.

R. Grazie a Voi di nuovo e a presto in Teatro.

Interview: SANDRO QUERCI - IL RAGAZZO DALLA MASCHERA DI FERRO al TEATRO PERSIO FLACCO



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