Review: IL FASCINO BREVE DELLE FARFALLE al TEATRO ELETTRA

LA VITA DI BOSIE DOPO LA MORTE DI OSCAR WILDE IN UN NUOVO INTENSO TESTO DI ANTONIO MOCCIOLA IN SCENA FINO AL 4 DICEMBRE

By: Dec. 03, 2022
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Review: IL FASCINO BREVE DELLE FARFALLE al TEATRO ELETTRA

Le vicende amorose e le opere di Oscar Wilde hanno ispirato un gran numero di pièce teatrali, film e sceneggiati. La sua vita, i suoi amori, le sue sfortune sono state talmente sfruttate da non lasciare alcun aspetto che non sia stato trattato. Ci voleva l'inventiva e l'attenta penna di Antonio Mocciola per immaginare un qualcosa di nuovo. Il testo prende spunto dalla lettera scritta da Wilde al suo amante, Lord Alfred Bruce Douglas detto Bosie, quando era in carcere, dopo aver perso il processo contro il di lui padre Lord Queensberry. In quella lettera, professandogli tutto il suo amore, lo invita a lasciare l'Inghilterra e a tornare al sud dove si erano amati in tutta tranquillità, nella speranza di poterlo raggiungere una volta scontata la pena. È a questo punto che Mocciola interviene manipolando la storia con un ritorno di Bosie a Napoli dopo la morte del suo amante.

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Ritrovandosi nella stessa pensione in cui i due si erano amati, solo, depresso, distrutto dai sensi di colpa, ancora insicuro della sua identità e soprattutto sotto il pesante influsso dell'assenzio, Bosie si confronta con un giovane di 30 anni che vede al suo risveglio nella sua stanza. Il giovane, chiamato Ciro, si presenta come il domestico della pensione per poi divenire un "femminiello" che offre i suoi servizi che poi invece negherà. Tra i due inizia un'alternanza di sentimenti che va dall'umiliazione all'aggressività, dall'arroganza alla sottomissione, passandosi l'un l'altro il comando a seconda degli stati d'animo del momento. Solamente nel finale si scopre che la figura del giovane esiste solamente nella mente di Bosie che distrutto dai sensi di colpa per aver abbandonato un figlio illegittimo, poi morto in età adolescenziale, se lo immagina cresciuto e trentenne. Nel suo rimorso, Bosie cerca di ripagare quel torto che lo ha perseguitato per tutta la vita. Torto che si sovrappone a quello che effettivamente provò nei confronti di Oscar Wilde quando lo abbandonò per sposarsi ed avere una vita "normale" per paura di essere diseredato dalla famiglia. Il tema dell'umiliazione Mocciola lo aveva già affrontato, in particolare in un suo precedente lavoro, La soggezione in cui un giovane nuotatore subiva le pressioni del suo istruttore che scoprirà poi essere stato l'amante di suo padre. In questo lavoro il tema viene ancora più sviscerato e ricercato nell'io più profondo del protagonista, perché è vero che tra lui ed il giovane c'è questo altalenante passaggio di potere, ma in effetti il sentimento preponderante è l'umiliazione inflitta a se stessi dal rimpianto e dall'amarezza di aver perso qualcosa che non potrà mai più tornare.

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La regista Emilia Miscio ha colto in pieno il complicato avvicendamento descritto nel testo ed ha diretto i suoi attori in maniera impeccabile. Non c'è un carattere forte ed uno debole, entrambi passano da un momento di estrema sicurezza ad uno di miserabile debolezza per poi nuovamente invertire i ruoli. Questa rapida alternanza diviene il fulcro di tutta la pièce che scorre intensa, senza un attimo di stasi. Simone Giulietti interpreta il decadente Bosie, vittima dei suoi ricordi e dei suoi errori. L'attore ha pieno controllo del personaggio senza cadere nella facile banalizzazione dell'autocommiserazione, nutrendosi dell'attrazione sessuale e della dipendenza psicologica esistente tra i due personaggi. La sua controparte, il giovane Antonino Palmeri, è altrettanto capace di passare, da un momento all'altro, da oppressore a vittima e di nuovo a carnefice per poi dileguarsi nei meandri della mente del suo compagno di scena. La loro alchimia è talmente intensa da permettere loro di entrare così profondamente l'uno nella mente dell'altro da rendere palpabile la coesistenza dei due personaggi nella mente di Bosie. In scena fino al 4 dicembre al Teatro Elettra.

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IL FASCINO BREVE DELLE FARFALLE

Bosie dopo Oscar Wilde

Testo di Antonio Mocciola

Regia di Emilia Miscio

Suono e Luci Giorgia Caredda

Ufficio Stampa Chiara Bencivenga

Cast

Simone Giulietti - Bosie

Antonino Palmeri - Ciro

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