Review: A CHE SERVONO GLI UOMINI al Teatro Quirino

By: Dec. 25, 2019
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Review: A CHE SERVONO GLI UOMINI al Teatro Quirino

Torna in un nuovo allestimento la divertente e sempre attuale commedia A CHE SERVONO GLI UOMINI scritta da Jaja Fiastri nel 1988 con le musiche di Giorgio Gaber in collaborazione con Jacopo Fiastri. Protagonista della versione originale fu Ombretta Colli, moglie di Gaber: in questo revival il suo ruolo è ripreso da Nancy Brilli.

La trama narra di Teodolinda, detta Teo, un'artista disegnatrice, donna forte e indipendente che non vuole uomini nella sua vita: ha però un forte desiderio di maternità. Con l'inganno riesce a sottrarre una provetta dal laboratorio specializzato in inseminazione artificiale dove lavora Giovanni, il suo vicino di casa. Riesce ad inseminarsi da sola e quando ha la certezza di essere incinta inizia ad assillare il povero Giovanni per farsi dire il nome del misterioso donatore. Scoprirà che la provetta "n. 668" appartiene a un donnaiolo senza scrupoli ancora coccolato dalla madre. Per liberarsi di lui e non mettere in difficoltà legali il suo vicino, reo di aver violato il segreto professionale, Teo dichiara di aver abortito per allontanare tutti e godersi la sua gravidanza senza problemi. Ma Osvaldo, il donatore del seme, si innamora di lei e dopo alcuni mesi la rintraccia scoprendola in avanzato stato interessante. All'approssimarsi della nascita del bambino i due uomini entrano in competizione offrendosi entrambi di fare da padre al piccolo. Teo spiazza tutti dicendo che la famosa provetta non era la n. 668, ma la n. 899: l'aveva semplicemente letta al contrario. Il bambino è figlio di un donatore di colore e non può certamente essere figlio di Osvaldo: il piccolo si ritroverà con due padri adottivi che confermano di volerlo crescere ed educare a fianco della sua mamma ben felice di rimanere single.

In questa commedia musicale ci sono tre assolute protagoniste tutte al femminile. In primis la brillante ironia di Jaja Fiastri. A un anno dalla sua scomparsa e a 30 anni dalla prima messa in scena di questa pièce, il suo modo di scrivere e di presentare gag, battute e situazioni paradossali rimane imbattuto e la riconferma, se ce ne fosse bisogno, come una delle migliori autrici della commedia italiana. Seconda protagonista la grande Lina Wertmüller che ha curato la regia di questa edizione con il suo inconfondibile piglio, a tratti talmente sottile che non sempre gli attori in scena hanno saputo coglierne le infinite sfumature. La grande regista, fresca di premio Oscar alla carriera è stata accolta da una spontanea e lunga standing ovation sia al suo ingresso in sala che ai saluti finali. La terza grande protagonista è Fioretta Mari nel ruolo secondario della madre del "donatore": l'attrice settantasettenne, con la sua professionalità, un perfetto tempismo e una spontaneità disarmante ha mostrato una classe recitativa che è stata una lezione per i suoi compagni di scena.

Il resto del cast è composto da un simpaticissimo Igi Meggiorin perfettamente impacciato nel ruolo del vicino di casa: accanto a lui, Daniele Antonini è il bullo Osvaldo, strafottente e bambinone. Entrambi hanno dato un'attenta interpretazione delle composizioni del grande Giorgio Gaber. In un ruolo secondario frizzante ed essenziale, Giulia Gallone interpreta Samantha l'amica di Teo, talmente svampita da riuscire a risolverle tanti problemi. Nicola D'Ortona è Markus, il modello gigolò anche lui aiuto involontario in situazioni imbarazzanti.

Purtroppo l'anello debole della serata è stata proprio la protagonista Nancy Brilli che pur dando prova di buona recitazione, non sembra essersi calata troppo nel personaggio. La sua Teo che dovrebbe essere una donna artista, indipendente e sicura di se, si è invece mostrata molto frivola: sicuramente non è stata aiutata da costumi troppo eleganti e troppo femminili per una donna in carriera che asserisce di non aver bisogno degli uomini. L'immagine di Ombretta Colli in camicia maschile, pantaloni e gilet corrispondeva molto più allo spirito originale creato da Jaja Fiastri che ha dato spesso, se non sempre, una femminilità sicura e decisa alle sue protagoniste. L'interpretazione di Nancy Brilli è comunque divertente e piacevole ma perde lustro nelle parti cantate.

Una triste nota è avvenuta nei saluti finali. Nell'ultima scena la protagonista Teo, è vicina ad una carrozzina e la pièce si conclude proprio con la rivelazione del colore della pelle del suo bambino. Con in braccio il piccolo, ovviamente un bambolotto, la Brilli si è schierata con il resto del cast per ricevere l'applauso del pubblico. Improvvisamente l'attrice ha dato le spalle al pubblico e ha lanciato il bambolotto in terra verso le quinte. In questo periodo in cui si sente spesso parlare di infanzia maltrattata, di bambini di migranti sofferenti o peggio, questo gesto, pur se involontario ha lasciato gran parte degli spettatori attoniti e increduli. Un membro della troupe tecnica resosi conto della gravità di questo comportamento, ha raccolto il bambolotto e lo ha riposto nuovamente in braccio alla Brilli che stavolta lo ha tenuto fino alla chiusura del sipario. Non è certamente un evento che toglie valore allo spettacolo e mi auguro sia stato del tutto accidentale: mi è tuttavia impossibile non sottolinearne il triste simbolismo, soprattutto con un bambolotto "nero".

PRIMOATTO PRODUZIONI

Presenta

A CHE SERVONO GLI UOMINI

Commedia musicale di Jaja Fiastri

Musiche di Giorgio Gaber e Jacopo Fiastri

Adattamento di Lina Wertmüller, Valerio Ruiz, Nancy Brilli

Regia Lina Wertmüller

Luci Iuraj Saleri

Scene Sissy Granata

Costumi Andrea Sorrentino

Coreografie Irma Cardano

Coordinamento artistico Pierluigi Iorio

Regista assistente Valerio Ruiz

Direzione artistica Nancy Brilli

Cast

Nancy Brilli: Teodolinda Rosselli

Giulia Gallone: Samantha

Igi Meggiorin: Giovanni Padovan

Nicola D'Ortone: Markus

Daniele Antonini: Osvaldo Menicucci

Fioretta Mari: Carmela Menicucci


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